Da nord a sud, da est a ovest, Lipari è un susseguirsi di sali e scendi. Un giorno a Lipari non basterebbe per fare tutto, un giorno a Lipari non è mai abbastanza! Ma andiamo con ordine.
Iniziamo dal mattino – quale posto migliore per cominciare se non dai terrazzi in stile mediterraneo del nostro hotel che affacciano sulla vicina e incantevole baia di Canneto!
Da qui potete prendere due direzioni: la prima e la più invitante è proprio quella di raggiungere la spiaggia e accomodarvi sulla sabbia mista a ghiaia, fare un bagno, prendere un po’ di sole, una granita, insomma – trascorrere un paio d’ore di puro relax; altrimenti seguite la strada asfaltata e iniziate il giro dell’isola di 26km – e scoprirete che evitare di fermarsi ad ogni curva per scattare foto con lo smartphone è praticamente impossibile. Durante questa “avventura on the road” avrete l’opportunità di sostare in diversi punti d’interesse storico, naturalistico nonché paesaggistico.
La Pomice – Porticello e Acquacalda
Se un’industria era presente sull’isola di Lipari si fa sicuramente riferimento alla pietra pomice. Grande risorsa naturale che ha inciso nella storia dell’arcipelago soprattutto negli ultimi duecento anni tuttavia l’estrazione della pomice e dell’ossidiana iniziò nel V millennio a.C. I primi accenni d’importanza commerciale si hanno nell’800 con: l’industrializzazione e la commercializzazione del prodotto.
Nel 2000 in seguito all’ingresso dell’arcipelago nel patrimonio UNESCO la cava è stata man mano dismessa; la spiaggia sottostante grazie al suo fondale bianco, principalmente composto da sedimenti di pietra pomice, si presenta come una delle più suggestive delle isole Eolie. L’acqua è di un intenso colore turchese ed ospita i fabbricati e pontili una volta utilizzati per il trasporto della pomice.
La campagna colorata – Quattropani e Pianoconte
Proseguendo si passa per la frazione di Acquacalda, da qui comincia la salita verso le frazioni “montane” o per meglio dire verso la campagna, direzione Quattropani. Adesso ci si trova sulla parte ovest dell’isola di Lipari con le bellissime e naturali Salina, Filicudi e Alicudi a farci da compagnia. Qui è dove il sole tramonta, qui è dove il blu del mare si unisce ai tanti colori della vegetazione in tutte le stagioni.
Qui è dove si percepisce la storia millenaria dell’isola, qui è dove ci furono i primi insediamenti. Storie di cave e commerci di caolino, un minerale simile all’argilla e di colore bianco, che viene di solito usato nell’arte ceramica, in particolare della porcellana.
Verso il centro – Quattrocchi e Lipari
Prima di rientrare su canneto la nostra escursione passa ancora per altri due punti in cui fare sosta: la prima è il Belvedere di Quattrocchi, che in realtà neanche basterebbero per ammirare il maestoso paesaggio che ci troviamo di fronte. Da qui è possibile ammirare i faraglioni Pietra Lunga e Pietra Menalda, leggenda vuole che siano citati nell’Odissea, l’isola di Vulcano, fucina di Efesto per i romani e nelle giornate terse e limpide la maestosità dell’etna.
L’ultima tappa è Lipari, con la sua imponente rocca che sovrasta l’abitato. Le mura del castello, fatte costruire da Carlo V nel 1500, per renderlo impenetrabile e proteggere la città, racchiudono un concentrato di storia senza eguali: dal museo archeologico, suddiviso in sei aree differenti, che vanno dalla sezione preistorica a quella di paleontologia.
Alla Cattedrale in onore San Bartolomeo, patrono dell’isola e dell’arcipelago, festeggiato ben quattro volte all’anno. E il chiostro normanno che nel 1978 fu riscoperto in tutta la sua bellezza e riportato al suo naturale splendore grazie a delle opere di restauro. Di sicuro interesse, oggi possiamo notare alcuni capitelli raffiguranti animali mitologici, frammenti di affreschi e ampi tratti dell’antica pavimentazione, una testimonianza importante di quello che è oggi un monumento simbolo della storia di Lipari.
Giunti alla fine di questo giro “on the road” abbiamo solo visto la punta dell’iceberg, le cose da fare e vedere non finiscono qui. Voi cosa fareste?
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